La guardia di finanza di Napoli ha notificato 33 avvisi di conclusione indagini, firmati dal sostituto procuratore Valter Brunetti. Si tratta, nello specifico, di 29 persone e 4 società, le quali hanno preso tutte parte al sistema di corruzione della sanità partenopea, su cui la procura ha indagato accuratamente. Gli agenti sono stati chiamati a notificare 6 misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di ben 4 componenti della famiglia Dell’Accio, ma anche di un loro collaboratore e di Loredana Di Vico, la dirigente dell’Asl Napoli 1 Centro. Per quanto riguarda le procedure di affidamento di forniture contestate sono state, invece, 22.
I principali indagati
Tra gli indagati si trova Loredana Di Vico, che è responsabile dell’unità operativa complessa acquisizione beni e servizi dell’Asl Napoli 1 Centro, che è preposta all’istruzione delle procedure per le forniture elettromedicali. Per quanto riguarda i membri della famiglia Dell’Accio, ad essere coinvolti in tale incresciosa situazione sono Vincenzo, un noto imprenditore, al quale la Di Vico è legata da uno stretto rapporto, ma anche alcuni suoi parenti, ovvero, Antonio, Claudia e Rosario.
Nel mirino degli inquirenti è anche un medico dirigente dell’ospedale San Giovanni Bosco, nonché due dipendenti dell’unità operativa complessa gestione economico finanziaria informatizzata dell’Asl Napoli 1, preposti alla liquidazione. I tre devono rispondere al reato di corruzione, in quanto hanno ricevuto diversi regali dall’imprenditore Dell’Accio, per portare avanti atti illeciti.
Tuttavia, non basta, in quanto nella lista degli indagati compaiono anche dirigenti medici, in quanto coinvolti in forniture di varie apparecchiature per diverse strutture ospedaliere: San Giovanni Bosco, Ascalesi, Ospedale del Mare, San Paolo, Loreto Mare di Napoli, e anche per le aziende ospedaliere S. Anna e S. Sebastiano di Caserta.
Le società coinvolte nella faccenda
Sono stati notificati avvisi di conclusione indagini anche nei confronti dei rappresentanti di ben 4 società: Maflamed, LGA, Frag Hospital e Vicamed. Sembra che alcuni siano stati dei prestanome della famiglia Dell’Accio. Tra i benefit garantiti agli indagati vi erano anche dei buoni da utilizzare presso una importate pasticceria partenopea, ma anche un biglietto ferroviario per Torino ed un soggiorno in una suite.
Lista degli indagati: altre figure di spicco
Nella lista degli indagati compare anche il nome di un ex generale dei carabinieri, Maurizio Scoppa, che ha ricoperto anche il ruolo di commissario straordinario pro tempore dell’Asl Napoli 1 Centro. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dagli inquirenti, Scoppa, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, avrebbe ingiustamente differito la data di scadenza ed avrebbe fatto subentrare illegalmente, ovvero senza indire una regolare gara d’appalto, le aziende Euromed e Vicamed, nella fornitura di materiale urologico per gli ospedali dell’Asl Napoli 1 Centro.
Tuttavia, tra gli indagati si trova anche Francesco Alfonso Bottino, l’ex direttore generale delle aziende ospedaliere S. Anna e S. Sebastiano di Caserta, il quale deve fare i conti anche un’inchiesta della DDA di Napoli su irregolarità degli appalti della sanità casertana. In questo caso Bottino sarebbe coinvolto, insieme ad altri indagati, nell’irregolare fornitura di 4 colonne laparoscopiche per l’ospedale di Caserta. Un’operazione che risale al 2012. Ad attirare l’attenzione degli inquirenti è stato il fatto che è stata favorita ingiustamente una società, la quale applicava ai beni venduti un rincaro del 330%.