Napoli, ha aperto i battenti la “Klimt Experience”: un incredibile viaggio tra la vita e le opere del celebre artista viennese

Dopo il grande successo riscontrato alla Reggia di Caserata, giunge anche a Napoli la Klimt Experience, un vero e proprio viaggio tra la vita e le opere di uno degli artisti viennesi più celebri. Dal 20 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019, in via Toledo, presso la Basilica dello Spirito Santo, sarà possibile immergersi nei dipinti di Gustav Klimt, stando comodamene sdraiati su dei tappeti giganti, posizionati in corrispondenza della navata centrale.

Il successo presso la Reggia di Caserta

Prima di approdare a Napoli, era possibile prendere parte a tale iniziativa presso la Reggia di Caserta, dove è rimasta fino al 7 gennaio 2018 nei saloni dell’Ex Aeronautica Militare, in quanto è stata prolungata di ben 3 mesi, rispetto alla data prevista.

In ambito partenopeo, questa incredibile proposta culturale è stata accolta nella Basilica dello Spirito Santo, dove fino a qualche mese fa si poteva ammirare un’altra importante mostra, sull’esercito di Terracotta cinese, che ha avuta un grandissimo seguito.

In terra partenopea, quindi, nell’ultimo periodo non si sbaglia un colpo per quanto riguarda le proposte culturali. Infatti, tutti gli appuntamenti previsti sono davvero unici ed imperdibili, e promettono di richiamare moltissime persone.

Il percorso della visita esperienziale

All’inizio del percorso si trova un’area introduttiva didattica, che permette di raggiungere una delle parti più interessanti dell’iniziativa, ovvero la Sala immersiva, dove è possibile contemplare la vita ed i capolavori del fondatore della secessione viennese, che coltivò il mito dell’opera d’arte totale, della creatività senza limiti e della democratizzazione del bello. Le immagini, che consento questo percorso a ritroso nel tempo, che sono circa 700, vengono proiettate su mega schermi e sulle pareti della navata centrale. Tra le opere riproposte, si ritrovano anche Giuditta, l’Albero della vita, il Bacio e Danae. Lo spettatore viene coinvolto in una dimensione narrativa suggestiva, che coinvolge quasi la totalità dei sensi.

In fine i visitatori sono chiamati a raggiungere la Sala degli Specchi, presso la quale è possibile scattare selfie o fotografie, approfittando delle proprie immagini riflesse. Tuttavia, per chi lo desidera è anche possibile attuare un viaggio in 3D nelle opere del celebre Klimt, scaricando un’app, realizzata appositamente per la mostra da Orwell Milano. Infine, è possibile ammirare 10 incantevoli abiti realizzati, avvalendosi delle textures ideate dal maestro viennese per l’atelier di Emilie Flöge, la sua compagna.

Perché la figura di Klimt

A spiegare il perché sia stato scelto Klimt, tra le varie figure celebri che potevano prestarsi a tale tipo di racconto, ci ha pensato Stefano Fomasi, il regista di Fake Factory, che ha affermato: “La scelta di Klimt parte quando abbiamo deciso, due anni fa, di rileggere un grande del passato e stavamo cercando una figura che avesse un’iconografia molto forte, allora Klimt, tra un ventaglio di autori, era quello che ha dato maggiori spunti per poter ben essere riletto in questo modo, soprattutto partendo da una sua frase famosa: ‘se volete sapere tutto di me dovete guardare i miei quadri attentamente, non c’è niente oltre questo‘”.

Ed è effettivamente così, non c’è nulla, se non le opere di Klimt che possano esprime al meglio quella idea di rivoluzione, di espressione e di libertà artistica, che Gustav, ed altri artisti, ricercavano in una Vienna accademica, che non lasciava spazio a nulla, se non alla tradizione.

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